Inaugurazione
mercoledì 30 settembre, h 19,00
Scalinata Borghese
Genova

New in/comunicazione

Architettura e nuovi media

Fabio Valido

Negli ultimi decenni lo scambio di informazioni tra persone si è radicalmente trasformato
grazie alla rapida evoluzione dei mezzi di comunicazione che, in stretto collegamento
con il progresso tecnico-informatico, ha modificato di fatto le dinamiche stesse dei rapporti interpersonali,
le sue premesse e le sue forme di espressione.
Tutte le arti si sono ovviamente dovute confrontare con l’evoluzione del medium, inteso sempre
più come sistema di condivisione, piuttosto che come canale d’informazione: la comunicazione
si appropria sempre più del suo significato fondativo di “legare insieme”, utilizzando i new
media come rete diffusa per la condivisione dei significati.
Gli onnipresenti accessi a internet rendono quindi l'informazione istantanea, modificabile e
in continuo movimento. L’architettura, l’arte che più di tutte vive di informazioni, ha instaurato
con i new media un rapporto di stretta collaborazione.
Quali sono i fattori che generano tale rapporto? Che influenza hanno i new media sulla produzione
architettonica?
Se è vero che l’evoluzione tecnologica ha cambiato, almeno in parte, la maniera di fare architettura,
quale parte di questo cambiamento è dovuto ai new media?
Per tentare di rispondere a queste domande, bisogna considerare più aspetti che appartengono
a punti di vista differenti.
In primo luogo è importante capire quale sia il ruolo dei new media all’interno dello studio
professionale, essendo l’Architetto il tramite tra mezzo di comunicazione e produzione architettonica.
L’evoluzione del mezzo di comunicazione altera infatti i metodi di lavoro di un professionista;
nello specifico vengono modificati i rapporti tra il progettista e il cliente, tra il
progettista e i suoi collaboratori, nonché le tempistiche di revisione e consegna di un progetto
(ad esempio, uno studio professionale con sedi a Milano e a Tokio può lavorare sugli stessi file
24 ore su 24, sfruttando il fattore fuso orario e la condivisione in internet; appena il lavoro è finito
può essere mandato in tempo reale – via mail – al cliente, che magari è a New York. Con
i vecchi metodi “analogici” tutto ciò non era possibile).
Lo scambio di dati istantaneo e il conseguente abbattimento delle distanze fisiche concorrono
al processo di internazionalizzazione degli studi professionali. Il loro prestigio è sempre più basato
sull'impronta che hanno a livello mondiale: i siti internet degli studi più importanti ne
sono una prova.
Ricerca, innovazione, rete di saperi e conoscenze: sono alcune delle parole chiave che si leggono
nel profilo del professionista contemporaneo, che impiega moltissime energie nei concorsi
internazionali, le “competition” che trasmettono il lavoro del progettista al mondo intero,
tramite siti web appositamente costruiti come Europaconcorsi, carichi di immagini, profili,
risultati.
I nuovi strumenti di comunicazione in dotazione del professionista sono quindi digitali su
piattaforme virtuali: il presupposto base del dialogo tra individui, ovvero la necessaria presenza
fisica degli interlocutori, è diventato del tutto irrilevante ai fini della comunicazione istantanea.
Website, ftp, skype, voip: la parola passa attraverso internet. Con le videoconferenze, addirittura,
è possibile parlare, guardare, scambiare dati, far vedere immagini, disegnare e fare tutto
ciò che si fa in una riunione “normale”. Ma stando seduti in due parti del mondo diverse.
Il sito web dello studio di architettura contemporaneo è lo spot pubblicitario del prodotto architettonico.
Una foto romantica dell’ultimo aereoporto costruito in Giappone, un render fantascientifico
di un'isola artificiale, una fotografia “politically uncorrect” che ritrae poliziotti in
assetto da guerriglia, un ironico autoritratto graficizzato ad hoc: sono tutte scelte di homepage
che dichiarano la volontà di comunicazione di un professionista.
Nell’ambito della rivoluzione mediatica, internet riveste il ruolo di attore principale. Esistono
relazioni tra internet e il progetto di architettura? In questo senso, un possibile obiettivo dell'architetto
è quello di capire il ruolo di internet all'interno del processo di progettazione, quali
sono le conseguenze e quali risorse possono essere utilizzate per fare architettura. In questo
senso gli stimoli compositivi potrebbero essere molti: lo scambio dei dati in rete, il trasferimento
in tempo reale, l’interattività, la partecipazione, la comunicazione visiva in genere e
molti altri.
Tali espressioni sono già state accolte e studiate da alcuni architetti. La ricerca architettonica
“digitale” negli ultimi decenni ha portato indiscusse metamorfosi formali e generative:
l’evoluzione informatica ha già cambiato radicalmente l’architettura verso nuove forme di
comunicazione.
Nel 1982 esce sul mercato internazionale AutoCad: i software di disegno e di calcolo rimpiazzano
i vecchi metodi, moltiplicando le forme di espressione; l’architetto scopre di poter realizzare
strutture fino ad allora impensabili.
Nel 2004 la LindenLab lancia sul mercato Second Life, gioco online basato sull’unico concetto
che l’intera ambientazione sintetica è generata ed importata dal giocatore.
Cosa lega AutoCad e Second Life? Entrambi hanno regalato al mondo della rappresentazione
una nuova dimensione.
La piattaforma virtuale accoglie quindi il concetto di spazio illimitato, azzera il tempo, abbatte
distanze e leggi fisiche.
Mentre l’apporto dei programmi di disegno come il Cad è ormai riconosciuto ed assimilato,
qual è lo stato dell’arte per quanto riguarda l’architettura virtuale? Certamente il mondo della
videoludica ha il merito di aver sviluppato mondi virtuali completamente esplorabili, pur non
proponendo alcuna originalità architettonica. Le sperimentazioni architettoniche, d’altro
canto, essendo ovviamente legate al concetto di costruibilità, non possono replicare gli stessi
concetti dei games. O almeno non sulla “terraferma”: la piattaforma virtuale è certamente il
suolo di possibili (e probabili) future sperimentazioni, che possono trovare terreno fertile nel
lavoro di architetti come Marcos Novak, Greg Lynn, Karl Chu, le ricerche dei quali hanno
esplorato architetture il cui obiettivo risiede proprio nella loro virtualità spaziale e temporale.
Come è da leggere il ruolo dell’architettura virtuale? Ha valore assimilabile a quello dell’architettura
costruita?
Ad oggi il rapporto più marcato tra virtualità e architettura risiede nella comunicazione della
stessa: è evidente espressione della nostra epoca storica, per esempio, occuparsi meno dei prospetti
su strada e più della copertura degli edifici; in questo senso il messaggio non è rivolto
agli utenti della strada, ma ai nuovi utenti, quelli di Google Earth.
L’architettura, quindi, diventando una delle discipline della comunicazione, si deve confrontare
con il medium che è veicolo di informazione in sé, ma al contempo è anche tramite che si
frappone alla fruibilità diretta: in comunicazione o new-comunicazione?

 

Bibliografia

A. Iacovoni, Game Zone. Playground tra scenari virtuali e realtà, Edilstampa, Roma 2006.
B. Lindsey, Gehry digitale. Resistenza materiale costruzione digitale, Testo e Immagine, Torino 2002.
M. R. Perbellini, C. Pongratz, Nati con il computer. Giovani architetti americani, Testo e Immagine,
Torino 2000.
A. Saggio, Introduzione alla rivoluzione informatica in architettura, Carocci Editore, Roma 2007.
A. Sdegno, Architettura e rappresentazione digitale, Libreria Editrice Cafoscarina, Venezia 2002.